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Un bacio a sorpresa per i Vanilla sky
Amicizia, gelosia, passione e tanto altro…

A quasi un anno dall’uscita dell’album “Fragile” i Vanilla Sky ci presentano il video del brano “L’ultimo primo bacio”. La clip racconta la storia di tre amici, due ragazzi e una ragazza, che consumano i loro attimi insieme e condividendo ogni cosa. Ad un certo punto qualcosa cambia… l’equilibrio crolla e i momenti passarti insieme si trasformano in tristi ricordi. Inevitabilmente la rabbia prende il sopravvento… Tutto lascia intendere che i due boys sono in combutta per conquistare lei e invece sul finale (dopo essersele suonate di sana pianta) dilagano i sentimenti di rabbia, passione e gelosia. Insomma al cuore non si comanda e smussati i pregiudizi e le paure, i due si lasciano andare e si baciano molto appassionatamente. In occasione dell’uscita del nuovo video abbiamo raggiunto il gruppo e fra una chiacchiera e l’altra abbiamo scoperto che… “Fragile” è un nome molto particolare da dare ad un album… la parola in se stessa trasmette molto, da dove nasce questa scelta? Abbiamo dato questo nome per esprimere la fragilità dei giovani e dell’essere umano a confronto con la società odierna: il continuo stress, la politica devastante, le guerre, ci hanno portato a perdere di vista completamente quello che realmente è importante. Amare, ridere, mangiare, inseguire i propri sogni, spendere del tempo con le persone care… Andiamo troppo di fretta, tralasciamo tutto, e le cose fondamentali sono diventate quasi dei dettagli… Semplicemente volevamo esprimere questo concetto. Anche la scelta della copertina del disco (realizzata da un’artista americana) che vede una ragazza ben vestita, quasi mascherata che guarda la grande città dalla sua stanza, lasciandosi alle spalle tutti quegli oggetti a lei cari, rappresenta al meglio questa sensazione. Il filone gay sembra essere diventato la “nuova gallina dalle uova d’oro”: il cinema, la musica, l’arte italiana sembra essersi svegliata di colpo, nascono canzoni, si trasmettono video, nei films ormai c’è sempre un personaggio omosessuale. Insomma una “vera invasione”. Con il vostro contributoche cosa volete trasmettere? Vero! Rispetto a qualche anno fa ormai sembra far moda mettere due gay nelle pubblicità. Noi lo abbiamo fatto non per moda, ma avevamo quest’idea in testa da un sacco di tempo, volevamo far uscire il nostro pensiero rispetto all’amore e alla passione che secondo noi non hanno limiti, di nazionalità, sesso ed etnia. Siamo per la libertà assoluta, ma nel rispetto reciproco. Che cosa significa essere i Vanilla Sky? Essere 4 giovani che fondamentalmente fanno della musica l’unica ragione di vita; cerchiamo di non deludere i nostri fans e le loro attese. Non sempre ci riusciamo, ma di sicuro siamo sinceri in quello che facciamo o proponiamo. Come nasce il gruppo e da chi è composto? La band nasce nel 2002, con una formazione diversa da quella attuale. Abbiamo fatto numerosi tour all’estero per prima cosa e poi siamo tornati di “rimbalzo” in Italia, nel nostro paese. La band attualmente è composta da: Daniele Brian Autore (voce e chitarra), Vincenzo Mario Cristi (Voce e chitarra), Antonio Filippelli (Basso e voce), Jacopo Volpe (Batteria e voce). In che cosa credete di essere diversi dalle altre band? Pensiamo che ormai sia difficile inventarsi qualcosa di veramente nuovo e innovativo nella musica. Il mercato è davvero “gonfio”. Noi concentriamo quasi tutto sulla performance dal vivo. Forse questo ci differenzia da tante band italiane. Quando assisti ad un concerto dei Vanilla Sky, vedi uno show rock. A noi piace la musica che trasmette qualcosa, quella che se ne sbatte dei canoni “pop”, quella che arriva senza troppi compromessi. Musicalmente, secondo voi, che cosa non funziona in Italia? Le strutture discografiche e le majors sono completamente impantanate in meccanismi obsoleti. Il mondo corre e va avanti e loro ancora sono fermi a vent’anni fa: non rischiano più, non coltivano più l’artista, non ci credono. Non hanno idee fresche; vogliono entrare nei progetti solo quando è gia tutto attivato e sta funzionando, in pratica chiedono agli altri di fare il lavoro che loro dovrebbero fare. Ecco perchè sta tornando in vista il circuito indipendente. Le majors hanno propinato per anni tanta “merda” e ora sono al collasso. Prima di salire sul palco: gesti scaramantici o...? Assolutamente! Dall’inizio del tour, poco prima di salire sul palco, ci mettiamo in cerchio e con uno shotdi vodka in mano gridiamo “Hey Oh, let’s go”, come cantavano i Ramones, giusto per darci la carica. Per quanto riguarda i vostri tours sappiamo che non state un attimo fermi e avete girato parecchio. Insomma paese che vai, fans che trovi? Abbiamo fatto tanti concerti nel nostro paese, in Italia, dove gli spazi per la musica rock sta pian piano scomparendo. Non abbiamo trascurato però l’estero, che da sempre per noi è una seconda casa. Per la prima volta abbiamo affrontato un “world tour” vero e proprio. Toccando paesi davvero molto lontani come la Siberia, la Russia, il Giappone. E’ affascinante scoprire che a migliaia di chilometri da casa tua ci sono ragazzi che cantano le tue canzoni e che ti idolatrano come se fossi una specie di “miraggio” apparso nella loro città. Scambiare due chiacchiere con ragazzi che hanno la tua stessa età, ma che vivono in paesi diversi, con usanze diverse, culture diverse, sono esperienze che ti segnano, restano dentro di te a vita. Chi è la “testa calda” del gruppo? Diciamo che tutti e quattro non scherziamo in fatto di “pazzia”...