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Phil Romano: da pornoattore a dj
Dal letto alla consolle...

Da Mosca a Rio de Janeiro, da Bruxelles a Miami, Phil Romano, nato e cresciuto a Roma, suona nei locali più ‘in’ del mondo. I ‘party people’ conoscono bene il suo talento musicale ma lui è ed è stato anche famoso per le altre sue doti… Giusto per i lettori di Lui Magazine, l’abbiamo conosciuto un po’ meglio, e ne valeva la pena! Ecco il suo racconto... Il tuo motto è ‘live it loud’, cosa vuol dire? Semplicemente vivere la vita senza preoccuparsi di mostrare quello che sei. Con il volume al massimo! Come lo metti in pratica? Lo faccio tutti i giorni. Non lascio mai che la vita mi passi davanti senza prenderla e modellarla al mio piacimento. Credo nel destino, ma credo anche che possiamo raggiungere tutto ciò che vogliamo, volendolo veramente! Però, nella tua vita privata non è andata tutto sempre liscio, vero? Mia mamma è morta quando ero ancora un bambino, avevo solo 8 anni. Quest’evento mi ha lasciato un enorme vuoto nella mia vita e mi ha fatto crescere in fretta. Infatti, a un’età molto giovane hai abbandonato la tua citta natale, Roma, e ti sei trasferito in Australia... Sì. Sono per metà Australiano, mia mamma era di Melbourne. Appena 19enne ho fatto i bagagli e sono andato a vedere da dove veniva una parte di me. Andare via di casa così presto, per gli standard Italiani, fa parte del modo in cui sono dovuto crescere: solo e velocemente. Oltre a tanto coraggio sei sempre stato molto determinato. Ero un ragazzino molto intelligente, sapevo alternare bene, a mio favore, i momenti in cui ero bravo e quelli in cui ribelle e pieno di iniziative. Ho sempre avuto nel mio carattere la voglia di fare e l’ho sempre voluto fare meglio degli altri. Molto prima del tuo trasferimento avevi gia fatto il tuo coming out, anche lì non hai perso tempo... No, infatti, ma il mio coming out è stato forzato. Ho sempre saputo di essere gay: da piccolo, già a 6 anni, quando giocavo con i miei cugini o amici, sentivo qualcosa di diverso. Poi ho cominciato molto presto a uscire con dei ragazzi. Il mio primo appuntamento fu a 13 anni. Lui era uno studente di architettura. Non si accorse nemmeno che fossi così giovane. Io gli dissi di avere 17 anni, perché dopo tutto, la mia presenza fisica li poteva dimonstrare. A quell’età ero già un metro e 83! Poi ho conosciuto il mio primo vero amore. Con lui la stessa procedura, facevo finta di avere 18 anni, in realtà ne aveva solo 15 anni. Quando mi chiedeva di uscire la mia risposta era sempre un generico: ‘Non posso’, senza potergli dire che la causa era la mia vera età. Poi a un certo punto ho dovuto dire la verità e abbiamo vissuto insieme il mio coming out movimentato. Cos’è successo? Ancora ricordo il giorno in cui mio padre scoprì tutto da una mia lettera al mio ragazzo, incautamente lasciata in vista nella mia camera. Mio padre era un uomo non di large vedute e di poche parole. Mi aspettava a casa con il foglio in mano e un’ espressione scura che non prometteva niente di buono: ‘Che significa questo? Ma non è possibile! Tu giochi a calcio, fai sport sei campione di atletica leggera, sei un ragazzo maschile sotto tutti gli aspetti!’ Non potevo fare altro che ammettere tutto e la sua risposta fu: ‘Meglio morto che gay, vai via da qui!’ Avevo solo 16 anni, mi ritrovai fuori di casa. Studiavo e dovevo lavorare per mantenermi. L’ho fatto per due anni, tanto ci ha messo mio padre a digerire tutto. A 18 anni ritornai a casa per risparmiare dei soldi per poi potermene andare lontano da li. Nel frattempo mi ero lasciato con il fidanzato e conobbi Lorenzo, il mio primo fidanzato ufficiale, accettato in casa. La relazione tra lui e mio padre e mia madre acquisita era fantastica. Tanto che il mio fratello piu giovane ha il suo nome. La morale? Sii te stesso e chi ti ama veramente saprà trovare il modo di accettarti per quello che sei. Però, sei partito, da solo, per l’Australia... Sì, nonostante tutto, ho voluto seguire l’istinto che mi chiedeva di ripercorrere i luoghi dove era nata mia madre. Quindi hai anche lasciato Lorenzo? Sì, l’Australia sembrava subito il posto perfetto e poco dopo ho conosciuto l’uomo con cui mi sono sposato. Andava tutto bene ed ero tranquillo. Avevamo una bella casa, un cane e il Range Rover in garage. Ma come in tutti i sogni a un certo punto ci si sveglia, e mi trovai accanto una persona che non riconoscevo piu, che approfittava di me e della mia ingenuità. Ci ho messo un pò più di tempo a capire come stavano realmente le cose, e quando l’ho capito non ci ho pensato un attimo e ci siamo lasciati. Dopo di che mi sono subito trasferito a Los Angeles. Los Angeles è la mecca dello show business dove tu hai deciso di intraprendere la carriera dell’attore porno.Come mai? Tutto è cominciato per gioco, ma poi è diventato un lavoro serio che ho voluto fare in un modo professionale e come al solito, volevo essere il migliore! E ti hanno visti in tanti, con tanto piacere… Dai, raccontaci qualcosa della prima volta sul set. Ero senza parole e stravolto da una miriade di novità che mi arrivavano addosso, dalla telecamera che ti punta in tutte le direzioni mentre tu devi sembrare a tuo agio e al meglio, alle luci, gli ordini del regista, la vergogna, la troupe attorno, i lubrificanti e i preservativi... Ma poi diventa una cosa piacevole da fare? Con il tempo ci si abitua a quasi tutto. La cosa che mi è piaciuta è la professionalità di tutti. Dal regista fino all’assistente pronto ad asciugarti il troppo sudore causato del calore delle luci. A un certo punto però, hai deciso di smettere, perché? Era tempo per me di tornare a casa. Avevo voglia di famiglia e di quotidianità. Avevo raggiunto la fama che volevo ed era ora di ritornare con i piedi per terra. Dove, quando e come, ti sei interessato alla muscia e la consolle? Tornato in italia con il “bottino” fatto con i films, ho deciso di seguire la mia passione di sempre: la musica. Ho investito molti soldi in una consolle da fare invidia e ho imparato da solo con dei manuali a usarla. Poi la pratica e l’orecchio hanno fatto il resto. Ora sei uno dei dj’s italiani piu conosciuti al mondo, come ti distingui dagli altri? Quello che sento dire da tutti è che è evidente che mi diverto facendo il mio lavoro, ed è vero! Grazie al mio talento riesco a creare uno show unico e travolgente. In questi tempi sembra che chiunque si inventi dj dall’oggi al domani! Quale sono le carateristiche di un dj bravo come te? Infatti! Tutti dj oggi! Però solo pochi ce la fanno! Un dj bravo è uno che riesce ad inprimere uno stile inconfondibile, vuoi per la scelta della musica o per la sua bravura con la consolle. Sei bello, ricco, famoso e viaggi in tutto il mondo. Non sembra la vita di una star? A suo modo è vero, ora sono ben conosciuto in tutti i continenti, persino in Asia e in Oceania. I continui spostamenti pesano, ma la vita da dj in sè è fantastica! Una grossa soddisfazione è sentire che la gente viene ad ascoltarmi perchè trasmetto, secondo loro, qualcosa di unico. Una curiosità mozzafiatto. Qual’è stata la cifra più alta guardagnata in un’unica serata? 12.000 euro. Quali sono i clubs o le città preferite dove suonare? La Demence in Bruxelles e il Circuit Festival in Barcellona sono i miei favoriti. I Circuit Party hanno conquistato il mondo. Qual’è la loro forza? La loro sporadicità. Non ci si abitua ad un Circuit Party come ad un sabato sera qualunque nella solita discoteca, e anche il fatto che ci siano persone nuove che arrivano da fuori città è un plus! Ci piace pensare che la comunità gay sia una delle più avanti, quella che fa tendenza anche nella musica. Nella musica house, noi gay, non facciamo tendenza. Ci distinguiamo, questo è sicuro. Quali sono le ultime tendenze e dove stiamo andando con la musica house? La musica cambia in continuazione, difficile prevedere. Però, un dj, per essere sempre all’altezza, deve aggiornarsi di continuo altrimenti suona come l’anno passato. Nel mondo della musica rimanere allo stesso livello, significa tornare indietro. L’uso di droga nelle discoteche sembra che stia diventando sempre di più un ingrediente fisso ed indispensabile o mi sbaglio? Non la vedo proprio cosi. Penso che ci siano sempre stati quelli che vivono il clubbing solo come un’occasione per strafarsi. Ora l’unica differenza è che si comincia prima con l’età. Tu ne fai uso? Ci sono volte in cui devo rimanere in piedi, ma non potrei mai resistere ad una carriera del genere se facessi uso di droghe. Comunque mai quando lavoro, che poi è tutti i fine settimana! Tu vivi tra Barcelona e Roma, cosa trovi in Spagna che manca in Italia? La libertà di decidere per se stessi senza seguire il gregge.‘Italiani, basta pascolare!’. L’uscita dei brani ‘Express Yourself’ nel 2009 e ‘Suffah’ nel 2010 hanno varcato i tuoi primi passi da producer. Che cosa ci aspetta in futuro da Phil Romano? In ballo altre tre nuove tracks che spero continuino ad emozionare voi come emozionano me. La mia soddisfazione più grande è vedere le persone cantare i miei temi, parole o musica che io stesso ho prodotto. Pascal