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L’era dei robots
Saya è una prof a tutti gli effetti: spiega la lezione, interroga, alza la voce, ma…

Sarà un androide il nuovo insegnante delle scuole dell’obbligo giapponesi. Il progetto vede protagonista un robot, dalle sembianze di una studentessa universitaria, che conosce diverse lingue, fa l’appello, dà i compiti, interagisce con gli studenti e cambia, in base alla situazione, 18 espressioni del viso. Praticamente ad ogni circostanza che si presenterà apparirà contenta o triste, felice o arrabbiata, seria o permissiva.Il professor Hiroschi Kobayashi ha plasmato la sua donna meccanica ispirandosi ad un ragazza in carne ed ossa; le fattezze fisiche infatti sono state scrupolosamente copiate prendendo spunto da una persona vivente, tanto che per costruire il viso è stato fatto un vero e proprio calco della faccia della fanciulla che ha prestato il suo corpo. Il prototipo, “battezzato” con il nome di Saya, è un’evoluzione del modello Pikarin sul quale il suo creatore ha lavorato per ben 15 anni. Al progetto operano e collaborano decine di persone e l’investimento base ha visto, anno dopo anno, incrementare la sua liquidità. Al momento sono 35milioni di dollari quelli che il governo giapponese ha stanziato al programma, ma la cifra è destinata a salire. I ricercatori degli altri paesi del mondo che cooperano, hanno annunciato che nel giro di una decina di anni i robot potranno rimpiazzare la manovalanza umana. Entro il 2020, nelle case nipponiche, ci sarà un robot tutto fare. Vi ricordate il telefilm cult Super Vichy degli anni Ottanta? (Vi schiariamo le idee: Ted Lawson, costruisce un robot in tutto simile ad una bambina di dieci anni. In principio l’invenzione mira a dare una collaborazione al lavoro casalingo, non a caso è in grado di sopportare qualsiasi sforzo. Con il trascorrere del tempo però la famiglia Lawson composta da Joan, moglie di Ted, e il piccolo Jamie, iniziano a considerare Vicky come un membro della famiglia.) O il più recente film “L’uomo bicentenario” con Robin Williams? (Non vi ricordate nemmeno di lui? Ecco la trama: il robot Andrei è stato acquistato per svolgere le faccende domestiche e inizialmente viene visto con sospetto dalla famiglia, fino a quando Richard, il padre di famiglia, decide che venga trattato come una persona. Gli anni passano e mentre gli altri invecchiano, l’automa si rende conto di essere sempre più solo e nonostante alcuni ritrovati della robotica abbiano modificato il suo aspetto, manca ancora qualcosa per avvicinarlo al mondo degli uomini, per cui decide di intraprendere un viaggio sulla propria “pelle”). Presto quelle storie diventeranno parte della vita odierna e mentre c’interroghiamo sulla possibilità che le tante e fantascientifiche storie raccontate dai più integerrimi scrittori sulle guerre per la sopravvivenza tra il genere umano o dei robot possono diventare motivo di preoccupazioni dei prossimi anni, attendiamo l’evolversi della situazione. Di certo questo è un passaggio della storia che scalfisce in modo netto l’evolversi del futuro. Le macchine hanno aiutato la produttività dell’uomo nel corso degli anni in modo assolutamente incomparabile… basti pensare ad un semplice aratro per capire quanto lavoro è stato tolto… la cosa sulla quale bisogna riflettere è che se in gran parte la figura dell’uomo è stata decentrata, non è stata sostituita perché è lui che guida il mezzo. Nel caso della macchina umana invece il discorso è completamente diverso perché sostituisce a pieno la sua figura umana. Impareremo così ad innamorarci dei robot, a volerli sempre più simili a noi, a pretendere da loro dei sentimenti… con il tempo li perfezioneremo e li adatteremo alle nostre esigenze… c’è chi si creerà il suo harem, chi penserà a loro come un plotone di combattimento e chi invece… Sostituire l’uomo non è così difficile, essere uomini però è tutt’altra cosa. E dopo l’insegnante,arriva la modella. Ucroa è la prima modella robot “partorita” da un’équipe dell’istituto di tecnologie industriali avanzate del Giappone. Per assemblare i diversi pezzi ci sono voluti ben tre anni e 200 milioni di yen. Secondo gli esperti il prototipo è in grado di affrontare la passerella senza nessun problema. Sulla grazia,le curve e il portamento invece c’è ancora molto da lavorare.