Casta castità
Il gioco delle provocazioni non conosce nessun limite
Un “vecchio detto” recita più o meno così: se bello vuoi apparire un po’ devi soffrire. Mai testuali parole hanno
calzato a pennello un’idea di stile come in questo caso. Se ai giorni nostri parliamo fortunatamente di tendenza, allora il concetto era ben un altro. Del resto
al tempo delle Crociate i “cavalieri”( alla faccia del titolo) erano convinti che sarebbe stato meglio piangere una moglie morta per setticemia che allevare
un erede illegittimo. Secondo un documento datato 1405 il fiorentino Francesco da
Carrara inventò la cintura di castità per difendere le virtù della cara mogliettina dagli “attacchi” esterni, altri invece
sostengono che in realtà la prova esistente più antica risale al XV secolo. Medioevo
o Rinascimento poco importa, oggi come allora, la prevenzione è considerata
la soluzione più efficace, ma vuoi per un verso o per l’altro è sempre il costume che
detta legge. Tant’è vero che a Padova il titolare di una ferramenta espone il cartello «Qui vendesi cinture di castità, sia per lei che per lui». Scusate,
ma in tempi di “par condicio” che cosa vi aspettavate? Sono cinturoni da infilarsi muniti, come da regola, di chiave e lucchetto: per lei la fessura seghettata scoraggia qualsiasi tentativo, mentre per lui anche solo il più piccolo dei pensieri illeciti viene inibito sul nascere
grazie all’effetto compressione degli anelli che costringono i genitali. Abbandonato da diversi anni l’accoppiamento celebre fra scarpe e borsa, oggi molti stilisti giocano ad accostare gli accessori
alla cintura. Parlando di quest’ultima non potevamo che proporvi questa combinata: arte, originalità e stile si mescolano
fra loro dando come risultato un look avvero molto particolare. C’è chi è pronto a qualche piccolo sacrificio? Del resto se bello vuoi apparire.
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