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A tutto “emo”
Dopo le Timberland dei paninari e le catene dei metallari i giovani si identificano con le emozioni

Oggi come ieri i giovani, ma non solo, hanno bisogno di identificarsi all’interno di un gruppo. Per una questione di moda o semplicemente per “riconoscersi”, ogni insieme adotta un certo tipo di abbigliamento che li differenzia dalla massa, ma sopratutto che li rappresenta. Quello che va per la maggiore oggi, sopratutto perchè solleva quotidianamente una serie di polemiche, è la categoria dei cosiddetti “emo”. La parola chiave per capire il loro universo è “emozione “. Essere emo significa non soffocare i propri stati d’animo, ma esprimerli; al contrario di altri gruppi che per sembrare dei “duri” placano la loro emotività. L’emozione che tutti tendiamo a nascondere è il pianto. Da sempre segnale di debolezza, quest’ultimo invece è diventato il muro portante di questa corrente di pensiero. Anche in questo caso c’è chi tende ad esasperare tutto; colpisce scoprire come tanti giovani vogliano far parte di un mondo che, stando ad alcuni “seguaci” di questa particolare “moda”, prevede dimostrazioni di appartenenza al gruppo con gesti quali tagliarsi le vene, piangere, deprimersi, “fare lo sfigato” (così si legge in vari blog, siti, forum o profili, altri invece smentiscono, negano o più semplicemente attaccano e bocciano determinate “prove”). Ecco che il concetto primordiale di emotività si divide nettamente in due parti: da un lato c’è chi condanna e boccia determinate “prove”, dall’altro invece chi fa di questi comportamenti auto-distruttivi un vanto e una tendenza da seguire. Una volta gli atteggiamenti “ribelli” adolescenziali si esprimevano contro la società e i sui simboli, oggi invece si manifestano direttamente sulla propria pelle. Il parere dello psicologo Per capire meglio la situazione, abbiamo chiesto il parere di uno specialista, il Dott. Francesco Molinari, laureato in psicologia: “Tutti i segnali che gli adolescenti esprimono attraverso le menomazioni corporali, sono dei veri e propri segnali d’aiuto e non devono essere presi sotto gamba. L’appoggio richiesto non è rivolto agli amici o affini, ma direttamente alla famiglia. Attraverso una vessazione, il ragazzo manifesta la sua dichiarazione d’aiuto facilmente traducibile nelle parole: “mi sento trasparente, guardatemi”. Discorso diverso per il modo di vestirsi, riconducibile alla necessità di far parte di un gruppo. Dimmi come vesti e ti dirò chi sei Diciamo che sembrano dei veri e propri personaggi dei fumetti manga... generalmente hanno capelli neri lisci con un grande ciuffo che ricopre metà del viso. Spesso invece la chioma è tinta con nuances molto forti. Gli occhi sono pesantemente truccati con la matita e l’ombretto nero. Lo smalto corvino sulle unghie è d’obbligo, il piercing sul labbro facoltativo. Per quanto riguarda l’abbigliamento: i pantaloni sono attillati e scuri, le magliette passano dalle tonalità accese del viola e del rosso e si spengono con il nero. Fra le fantasie spiccano i quadri, le righe, i cuori i teschi, le stelle... “idem” per le felpe. Per lei le gonne sono molto corte e i cerchietti o le mollettine multicolor. Ai piedi spuntano le Converse colorate o le Vans a scacchi. Gli accessori, polsini e collane, devono essere in bella vista e le cinture colorate o a mattoncini bianchi e neri o fucsia e verdi...il principio non cambia per le calze. Denominazione del termine Il termine emo si riferisce ad un genere musicale inizialmente compreso all’interno del punk rock , ed è perciò considerato un suo sottogenere. Tuttavia, nella sua evoluzione più moderna, il genere include anche sonorità di tipo melodico orientate all’indie rock e all’alternative rock. In questo periodo, più che in passato, l’emo è arrivato a comprendere una moltitudine di bands, molte delle quali hanno poco in comune col genere, o quantomeno con la sua prima ondata. Il termine ha assunto un significato così ampio che è diventato difficile descrivere cosa effettivamente intenda. Il termine emo è attualmente associato a gruppi come, ne citiamo solo alcuni, 30 Seconds to Mars, A Static Lullaby, Alkaline Trio, Billy Talent,Brand New, Coheed and Cambria, Fall Out Boy, From Autumn to Ashes, Funeral for a Friend, Matchbook Romance, ma quelli che sicuramente conoscete meglio sono i Tokio Hotel e My Chemical Romance. Se accantoniamo per un attimo i gesti stupidi legati alle “punizioni corporali” ed analizziamo la sensibilità di questo gruppo di ragazzi, dobbiamo ammettere che non è sbagliato esprimere i sentimenti, anzi... farlo ci rende semplicemente umani.