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Orsi: mai così fashion
Oversize: ecco come si lascia segno

Il “mondo fashion” e la comunità orsina non sono mai andati troppo d’accordo. Da entrambe le parti c’è sempre stata una sorta di valico invalicabile che ha separato nettamente i due emisferi. Se il culto dei primi è possedere un corpo definito, depilato e soprattutto senza pancetta, gli altri invece manifestano tutta la loro devozione per l’esatto contrario. È ovvio intuire che scontrandosi sulla “venerazione”di due contraddistinti canoni di bellezza, qualche problemino doveva pur nascere. Il mondo della moda (per lo meno quello che conta) ha da sempre calibrato le misure dei suoi abiti mantenendo come modello un certo tipo di silhouette, in modo da salvaguardare una certa immagine. Pantaloni, giacche e T-shirt hanno l’obbligo di calzare rispettando un rigidissimo concetto di eleganza. L’amore per il “large”invece non si attiene a nessun solido schema, anzi diciamo che a differenza delle svariate tendenze che i brand propongono stagione dopo stagione il guardaroba orsino prevede tendenzialmente sei capi cult : i pantaloni dai grandi e svariati tasconi (più ce n’è meglio è), le camicie a quadri, il kilt, la salopette, il cappellino da baseball e lo scarponcino. Le marche di riferimento sono Timberland, Cat e Bear. Il discorso rimane invariato anche per quanto riguarda il look: il capello deve essere rasato o molto corto, pizzo o barba sono d’obbligo/o quasi). I fashion victim invece si scontrano con il continuo mutare delle correnti: capelli e barba si accorciano, lisciano, allungano o arricciano in continuazione; i capi e le tendenze pure. Andando avanti ad analizzare i due gruppi, oltre ai diversi modi di vestire o pettinarsi, ci rendiamo conto che sia da una parte che dall’altra primeggia la spasmodica cura per l’aspetto. Decisamente maniacale per entrambi. Altro punto in comune è il principio di uguaglianza o meglio entrambi (non è un difetto ma un dato di fatto) sembrano fatti con lo “stampino”. Fateci caso: quando entrate in un locale “alla moda” tutti indossano il capo o il colore del momento, quando entrate in un locale orsino i ragazzi vestono le ormai famose sei vesti sopra indicate. Dov’è tutta questa differenza allora? Con l’intento di unire i due mondi sotto lo stesso tetto, lo stilista Walter Van Beirendonck ha proposto una collezione che sicuramente combinerà le due facce della stessa medaglia.