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Piacere per piacerci o per piacere?
Una ricerca Doxa svela i segreti della vanità maschile

Tra i sette peccati capitali quello della vanità sembra andare per la maggiore. Fin quando il gentil sesso è rimasto tale, rano le donne a mantenere alta la percentuale di amor proprio; oggi invece i maschietti concorrono nettamente alla scalata del “titolo”. Più di un quarto degli uomini italiani, per l’esattezza il 26,5%, dichiara guerra fin dall’adolescenza all’inestetismo. La macchina della cosmesi non è rimasta a guardare e già da diversi anni ha largamente pubblicizzato e messo sul mercato svariati prodotti dedicati esclusivamente alla cura del corpo (e non solo) di lui. A ossessionare e angosciare l’uomo del terzo millennio è il dilemma della calvizie. Il problema della perdita dei capelli preoccupa più della pancetta. Non esiste una fascia di età più o meno vanitosa, il campione spazia dal 15enne che ha come punto di riferimento i canoni di bellezza proposti dalla moda, dal cinema e dallo sport, fino ad arrivare agli over 55 che non rinunciano alle famigerata terza giovinezza. I dati parlano chiaro: gli “ossessionati” dalla bellezza sono il 4,1% e la fascia più “colpita” va dai 15 ai 34 anni. Tra i 15 e i 54 anni il 48,6 % degli italiani si considera abbastanza vanitoso, oltre i 54 anni la percentuale scende a 13,3. Cinque sono gli incubi che rodono il pancreas. del macho latino: sul gradino più alto del podio, come annunciato in apertura, troviamo la calvizie con il 34,7%, un gradino più in basso rispolveriamo le maniglie dell’amore con il 34,6%, la sudorazione eccessiva si aggiudica il terzo posto con il 14,8%. La mancanza di muscoli e i peli superflui si aggiudicano rispettivamente il quarto e il quinto posto con il 10,2% e il 5,9%. Davanti allo specchio le parti del corpo più curate sono il tono muscolare 39,6%, il cuoio capelluto 22,5%, il viso 21,2%, le mani 6,7%, la pelle 4,8% e i denti 2,7%. L’indagine ha anche stabilito le categorie di uomini più vanitose: la medaglia d’oro, d’argento e di bronzo vanno rispettivamente ai personaggi dello spettacolo 32,4%, agli sportivi in genere 27,1% e ai politici 19,5% . Ai piedi del podio si collocano i manager e gli imprenditori 14,6%. A detta di molti, la categoria che avrebbe bisogno di un consulente d’immagine è quella degli intellettuali. La netta maggioranza stabilisce anche che la vanità maschile è innanzitutto segno di rifiuto di invecchiare (65,6%), d’insicurezza (60,8%), di superficialità (59,3%) e perfino d’immaturità (49,8%), mentre poco meno della metà è pronta a giurare che è sinonimo di eleganza (45,6%), vitalità (44,9%) potere (38,8%), equilibrio (28,4%) e intelligenza (24,3%). “Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita” (Oscar Wilde)