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Togs Unlimited: a volte ritornano
Negli anni Ottanta era il piumino per antonomasia,dopo trenta anni l’azienda madre lo ripropone

Chevignon rilancia sul mercato il vecchio piumino Togs Unlimited con tanto di anatra ricamata sulla schiena, applicazioni in pelle invecchiata e maniche che si staccano. In pratica sembra non essere cambiato nulla, invece… Dopo essere stato uno dei capi must degli anni’ 80, Guy Azoulay lo ripropone in due versioni: originale e urban. Nella versione classica le nuance proposte sono quelle del blu scuro, del verde kaki e del beige, in quella urban invece scopriamo le tonalità del nero su nero e quelle più eccentriche del giallo brillante e del viola vivo. Non è un mistero che lo stilista abbia sempre avuto una passione per il Vintage americano, in particolar modo per gli abiti da lavoro degli anni ’50 e proprio su quest’amore ha costruito il suo impero. Nel 1979 fonda il marchio Chevignon e dopo il discreto successo ottenuto grazie ai capi di tendenza militare in pelle invecchiata (come dimenticare il riadattamento del celebre bomber jacket dell’US Air Force?),nel 1984 irrompe sul mercato con il piumino Togs Unlimited. L’idea trae ispirazione dal film “Il cacciatore” con Robert De Niro. Sono bastate alcune rettifiche su una vecchia giacca da sci, alcuni inserti in pelle come richiamo allo spirito da cacciatore/lavoratore americano e il gioco si è concluso. Ma Guy non era ancora soddisfatto, cercava un elemento che incarnasse il simbolo perfetto di libertà. Difficile compito per qualsiasi materiale o tessuto rappresentare tale concetto, allora si affidò ad un nuovo logo. Dopo diversi tentativi optò per la reinterpretazione di un vecchio stemma raffigurante un’anatra ad ali aperte. In quegli anni l’azienda registrò il picco delle vendite e naturalmente seguirono le varie imitazioni. Poi, così quasi per caso, i teenagers sono cresciuti, il lento batter del tempo ha segnato la fine del secolo e le nuove generazioni, affascinate dalle mode del momento, si sono interessate alle nuove tendenze. Riuscirà la “vecchia” anatra a prendere nuovamente il volo?