L'incontro di mani
“È usato per rompere il “ghiaccio”, per salutare, per complimentarsi e in tempi assai remoti bastava per sottoscrivere un accordo”
La stretta di mano è un gesto sottovalutato, per molti addirittura
si è trasformato in un banale incontro di mani.
Nel mondo del lavoro e nella sfera sociale la prima apparenza
segna in modo più o meno inequivocabile le
sorti del nostro incontro, ecco perché è necessario essere sempre
all’altezza della situazione.
Il modo nel quale diamo la mano a qualcuno immediatamente
si trasforma in un messaggio in codice che parla di noi è quindi
necessario farlo nella giusta maniera. Impariamo quindi a dare
una stretta di mano salda, precisa e calorosa.
Questo modo di stringere la mano è infatti molto apprezzato e
predispone favorevolmente l’interlocutore in quanto viene associato
ad una persona spigliata, pronta al dialogo, sicura e determinata.
Tra tanti modi di porgersi sono assolutamente da evitare
sono le strette di mano del tipo:
“A spugna”
Molle e sudaticcia è sinonimo di mancanza d’interesse e trasmette
l’idea di una persona dal carattere debole e schivo.
No comment sull’effetto appiccicaticcio!
“Ti spiezzo”
Troppo vigorosa descrive una figura dominante ed esibizionista;
che dire poi dei segni lasciati sulle dita? Assolutamente un cattivo
ricordo!
“Toccata e fuga”
È una impugnatura dubbiosa, si afferrano (diciamo per sbaglio)
solo le dita dell’altro soggetto. Descrive una persona che accetta
malvolentieri il contatto con terzi. Proietta una figura altezzosa o
falsa. Impossibile stabilire qualsiasi dialogo.
“Presa a strappo”
Capita quando chi stringe la mano ti tira verso di sé con l’intento
di portarti nel suo “territorio”. Così facendo si trasmette insicurezza
e l’intenzione di farsi valere a tutti i costi.
“Rovescio della medaglia”
Accade quando si fa ruotare il palmo dell’altro e comunica freddezza
e distanza.
“Onda anomala”
Il contatto non deve subire alcun scossone o movimenti altalenanti,
altrimenti si trasmette instabilità e incoerenza.
“Altolà”
Non centra nulla la mano che stringe, ma l’altra. Quest’ultima
non deve toccare il corpo dell’altro, ma deve rimanere immobile
e naturale. Chi l’appoggia sulle spalle o sul fianco dell’altra persona
vuole mantenere le distanze.
Tenendo in considerazione le sette strette da evitare e appreso
il modo giusto di farlo, soffermiamoci sul nostro
modo di porci:
1) Se mentre salutiamo la mano dell’altro risulta “molle” con molte
probabilità la nostra presa è stata salda, se invece abbiamo
ricevuto una stretta molto decisa questa può significare che abbiamo
offerto una mano più morbida.
2) Se la vostra mano è sopra la sua, voi siete la figura dominante
e viceversa. Forza!
3) Se entrambi le mani sono allineate e la densità di energia è la
stessa, siete in una situazione di parità.
4) L’usanza di stringere la mano ha origine antichissime e deriverebbe
dalla necessità di dimostrare all’altra persona di non
impugnare armi e quindi di avere intenzioni pacifiche nei suoi
confronti.
Uno sguardo al galateo
- La donna porge la mano all’uomo.
- La persona più anziana o gerarchicamente più importante porge
la mano.
- L’uomo deve sempre togliersi i guanti per stringere la mano, la
donna non li deve togliere mai: è privilegio della donna dare la
mano guantata .
- Nel caso che ci si voglia congratulare con qualcuno è chiaro
che il gesto di tendere la mano è lasciato alla persona che prende
l’iniziativa, indipendentemente dal suo status.
Thomas Leroy
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