La nuova piramide alimentare
Uno studio mette in discussione il famoso poliedro
Possiamo dire bye bye alla vecchia piramide dell’alimentazione:studi recenti hanno messo in discussione il “totem” sul quale sportivi e amanti della linea si sono ispirati fino ad oggi. Tutti, almeno una volta, abbiamo consultato il poliedro dalle immagini sgargianti e dalle suddivisioni drastiche e tutti, a malincuore, abbiamo appreso che i cibi che ci piacciono di più generalmente sono sempre posizionati al vertice. Le cose adesso sono un tantino cambiante... non fatevi strane illusioni, le lecconerie varie rimangono sempre in alto, ciò che è variato riguarda il consumo di alcuni alimenti e le abitudini giornaliere. L’attività fisica, la corretta idratazione e il controllo del peso corporeo, si piazzano alle base del triangolo. Un gradino più in alto, nella categoria “pasti principali”, troviamo i cereali integrali (pane pasta, riso...), la frutta e la verdura. Cominciamo dai primi. L’integrale si è da poco preso la sua rivincita: accusato da molti alimentaristi di ridurre l’assimilazione dei nutrienti e di far perdere sali minerali,finora è stato il grande snobbato. Ancora però non è chiaro come mai nessuno ha espressamente dichiarato che il loro consumo riduce i rischi di contrarre malattie gravi: dal diabete alle malattie cardiovascolari, fino ai tumori. Qualcuno mormora che l’industria della pasta abbia in qualche modo spostato l’attenzione sui benefici dei cereali integrali in quanto poteva piegarla ad investimenti importanti e alquanto rischiosi. Fortunatamente la ricerca ha sottolineato la loro importanza rispetto ai prodotti raffinati. Per verificare che un prodotto sia realmente integrale è necessario leggere l’etichetta. Non fatevi ingannare dal nome e controllate sempre che la confezione riporti la dicitura“integrale” (“farina integrale”, “100% frumento integrale)” e non le “scritte ai cereali”, piuttosto che “con crusca” o... Anche l’elevato contenuto di fibre, non garantisce automaticamente che il prodotto sia integrale; ad esempio gli alimenti arricchiti con crusca di frumento o di avena possono avere un alto contenuto di fibre pur non essendo integrali. Quindi non cadete nel trabocchetto!Per la frutta e la verdure il consiglio è variare giorno per giorno,magari lasciandosi ispirare dai colori. Appena sopra, nella categoria consumo giornaliero, si giocano le quattro postazioni l’olio d’oliva (3-4 porzioni),il latte e derivati a ridotto contenuto di grassi (2-3 porzioni),la frutta secca, i semi e le olive( 1-2 porzioni) e le spezie( ideali in cucina per insaporirei cibi e limitare il consumo di sale). Altra grossa novità,nella categoria consumo settimanale,vede a pari merito l’impiego di carni bianche(“non più di 2 porzioni a settimana”)di legumi (“almeno 2 porzioni a settimana”) e l’uso delle uova (anche in 4 porzioni). La carne rossa, gli insaccati e i dolci (rispettivamente con 2 porzioni, 1 porzione e 2 porzioni), rimangono in cima. Questo schema indica i cibi da introdurre nei pasti principali e, alzandosi, gli alimenti che vanno incastrati ogni giorno, ma non per forza in tutti i pasti (un compromesso storico). La nuova piramide è stata presentata a Parma in occasione della 3a Conferenza Internazionale del CentroInteruniversitario Internazionaledi Studi sulle CultureAlimentari Mediterranee (CIISCAM). Il suo ideatore, Carlo Cannella, presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione spiega:“Vogliamo far capire alle persone che devono vivere con piacere il cibo, scegliere alimenti di stagione che provengono dalla zona dove si abita. Ecco perchè nella mia tabella non ho inserito le figure, ma le parole. Ognuno – continua il professore– deve nutrirsi in base a ciò che la sua terra gli offre,senza andar per forza a cercare alimenti provenienti da terre esterne. La nuova piramide - conclude Cannella - può davvero rappresentare una macrostruttura in grado di adattarsi alle esigenze attuali delle popolazioni mediterranee, nel rispetto di tutte le varianti locali della dieta mediterranea”.
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