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Anoressia: uomini a rischio
Quando idisturbi del comportamento alimentare colpiscono lui?

“Samuele ha tredici anni e ha passato 17 mesi in ospedalealimentato con il sondino naso-gastrico perché non mangiavae non beveva più. Marco è sposato ed ha una figlia diquattro anni, la moglie si accorge che ogni volta che mangiasi alza da tavola e va in bagno a vomitare. Giorgio, 16 anni, è deriso dai suoi compagni perché è grasso e un bel giorno decidedi non mangiare più e perde trenta chili. Storie di bambini, mariti,padri, ragazzi, uomini che sempre di più si ammalano di disturbi del comportamento alimentare e accedono ad un universo patologicoche fino a pochi anni fa era di esclusiva pertinenza delgenere femminile”.Storie talmente profonde e preoccupanti da ispirare unlibro intitolato “I Giganti d’argilla”, tutto incentrato sullatematica dei disturbi alimentari maschili.Alcuni dati di circa 20 anni fa registravano un’incidenzadei disordini alimentari negli uomini e nelle donne con il rapporto1 su 10 e 1 su 15. Attualmente sembrerebbe invece che questorapporto sia arrivato almeno ad 1 su 4 e diventa 3 su 4 nel casodella recente scoperta del disturbo da abbuffata compulsiva.Questi numeri ci confermano che la pericolosissima piaga deidisturbi alimentari ha pienamente colpito anche l’universo maschile,conseguenza della sempre più maniacale attenzione edefinizione dell’aspetto fisico, mania che colpisce perlopiù maschiomosessuali.Anni fa gli studiosi Carlat e Camargo, condussero una indaginesu 135 pazienti maschi affetti da disturbi alimentari: uno dei lavoricon il campione più elevato fra la letteratura scientifica. Settepazienti su dieci avevano in tasca il diploma ed il 12% la laurea;il reddito era quello tipico della middle class per il 56,2%, per il28,5% era invece alto e solo per il 15,3% aveva un reddito basso.Dall’indagine emerse che i più colpiti erano i maschi tra i 19 ei 40 anni, pari al 55,5% dei casi.Una patologia ancora controversa quella dell’anoressia maschile.I medici spesso ci impiegano più tempo a diagnosticarla rispettoa quella femminile, associando i sintomi del paziente adaltre e diverse patologie. Nell’uomo la malnutrizione porta spessoad alterazioni fisiche con repentine complicazioni cardiache,riconosciute con grave ritardo dal paziente stesso.Verrebbe automatico imputare questo fenomeno patologicoall’eccesso di importanza dell’aspetto e dell’immagine presentenella società attuale.Ci sono però documenti risalenti al lontano 1689, quando RichardMorton descrisse il caso di un giovane ragazzo di 16 anni affettoda “una totale assenza di appetito”, senza presentare alcun sintomoche riconducesse il suo stato di graduale dimagrimento aduna patologia di tipo organico.Una importante fascia d’età dei disturbi alimentari maschili ècollocata intorno all’adolescenza, momento in cui gli individui inquestione si pongono di fronte al problema di come strutturare lapropria identità di adulti. I maschi affetti da anoressia presentanopreoccupazioni maggiori inerenti al cibo, al peso e all’alimentzionein generale. Si evincono inoltre disturbi più gravi anchenello sviluppo psico-sessuale, dovuto anche all’alta richiesta diperfezione dettata dall’ambiente familiare e dalla società, portandospesso a scarsa autostima ed inadeguatezza per la lorofisicità. Uno studio condotto nel 2006 dallo Iard, istituto specializzatonello studio dei fenomeni giovanili, mostra infatti che unragazzo su quattro tra i 15 e i 34 anni è ossessionato dal propriopeso corporeo.Il ricercatore Herzog fu uno dei primi ad affermare che i pazientianoressici maschi sperimentano isolamento sessuale, inattivitàsessuale e conflitti omosessuali. Egli ipotizzò che i disturbi delcomportamento alimentare potevano essere alimentati da pressioniculturali e dall’omosessualità maschile. Il 50% circa dei soggettianoressici dichiara, infatti, di essere incerto circa la propriaidentità sessuale. In generale, gli omosessuali sono più a rischioe si stima che la percentuale di anoressici che abbiano avutoesperienze o intrattengano relazioni omosessuali vari dal 15 al50%. L’anoressia diventa un analgesico per i dolorosi conflitti interiorilegati alla sessualità. Il digiuno prolungato li debilita a talpunto da reprimere le pulsioni sessuali.Depressione, abuso di sostanze, disturbi di personalità e dipendenzada alcool sono alcuni dei disturbi correlati al tipico uomoanoressico, generalmente ipersensibile, con importanti sensi dicolpa e scarsa autostima.Ancora una volta ci troviamo dinanzi ad una conseguenza negativa,anzi tragica, della mancata tolleranza sessuale.Circa la metà degli individui che viene colpito da questa malattiasarebbe rappresentato da tanti giovani, indifesi, che non riesconoad essere più forti del disagio con il quale la società attualeci obbliga quotidianamente a lottare. Dietro un corpo tonico, definitocon indiscussa carica erotica potrebbe celarsi una personalitàmolto fragile, sensibile e quindi una potenziale vittima deidisturbi del comportamento alimentare. Possiamo fare qualcosaanche noi nel nostro piccolo, anche se non abbiamo fatto studiin medicina o psicoterapia. Possiamo intanto bilanciare i nostriparametri di giudizio, diventati imbarazzantemente severi, affidandoun valore significativo anche ai parametri non visivi, maforse altrettanto importanti, avendo però il coraggio e l’orgogliodelle nostre nuove e sacrosante scelte. Possiamo poi impegnarcia diffondere la medicina più potente mai inventata, gratuita,libera e inesauribile. L’unica medicina che non può essere presaautonomamente ma ognuno di noi può donarla e facendolo netrae solo vantaggi: l’affetto. Essere più disponibili, maggiormentepronti a capire, ascoltare ed aiutare chi ne ha bisogno, senzadistinzioni di razza, colore o preferenze. Questi piccoli ma importantissimigesti, per molti individui potrebbero essere di vitaleimportanza, ci renderebbero più forti dinanzi a qualsiasi minacciae comunque ci aiuterebbero ad essere tutti più sereni. Alessandro Cittarelli