Vedo nudo
Quando è il corpo di lui che fa business...
Assuefatti dal corpo nudo femminile proposto in tutte le
salse, i pubblicitari (già da qualche tempo) puntano
sull’uomo e sulla sua natura nascosta. Celato dietro ad
ammiccanti sorrisi o in bella vista, il sesso di lui diventa
propulsore del commercio. L’uomo svestito che gioca a fare l’oggetto
del desiderio incuriosisce e attira l’attenzione di ambo i sessi.
Il nostro cervello si è evoluto sotto la spinta psicobiologica del
sesso ed è programmato in maniera veramente sofisticata per
individuare, anche non consapevolmente, “opportunità sessuali”.
Subliminale o esplicita l’informazione erotica viene immagazzinata
da ognuno di noi in modo diverso: da una parte lo spettro
del paragone alimenta concetti che si basano sulla nostra figura,
dall’altra invece il desiderio nutre gli aspetti legati al piacere della
carne. L’uomo di oggi si paragona al clichè proposto dalla società
senza mezzi termini svelando così il suo lato narcisista.
Il confronto diretto con un altro uomo nudo innesca nel maschio
un solo ed unico metro di paragone: “Giacomino”. Non c’è muscolo,
altezza, o canone di bellezza che regge il confronto con il
“Signor x”. Psicologicamente il membro più lungo o grosso ha la
meglio su qualsiasi caratteristica fisica. È la dura legge dell’uomo.
Il nudo artistico o quello basato sul vedo non vedo invece
mette in luce un altro aspetto. L’oggetto del desiderio in questo
caso non viene mai espresso e il più delle volte rimane nascosto
da probabili o improbabili oggetti circostanti. Ciò da una parte
inebria la fantasia, ma dall’altra soffoca l’aspettativa. Inizialmente
l’occhio di chi guarda si concentra laddove il nudo integrale
avrebbe dovuto mostrare il suo punto chiave, successivamente
ci si raccoglie sul resto. Ecco che il petto o il bicipite diventano
i nuovi elementi di confronto, ma se da una parte con l’allenamento
si può ambire a certi risultati, dall’altra bisogna solo sperare
nella generosità di Madre Natura. Ecco alcune delle pubblicità
di oggi e di ieri che secondo noi meritano di essere ricordate.
Claude Girard
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