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Scambio San Tommaso per San Francesco
La febbre degli “album” si tinge di “sacro”

Lontani i tempi dove si andava a scuola con l’album delle figurine dei calciatori o della serie animata del momento, la trafila del “celo celo manca”(ce l’ho ce l’ho, mi manca) riempiva i momenti dell’intervallo, gli spazi ritagliati durante le lezioni o prima del suono della campanella. Per non parlare dei pomeriggi rubati allo studio, dell’intera “paghetta” spesa all’edicola sotto casa e degli “scambi strozzini” con gli amici. Oggi la febbre degli “album” si tinge di “sacro”. Gli scambisti di santini crescono giorno per giorno e le immagini vengono scambiate, valutate, richieste senza alcun limite. Attenzione però a non sottovalutare la cerchia degli amanti del genere; non stiamo parlando di sacerdoti e nonnine, ma di un vero e proprio esercito di appassionati di età, etnie e livello socioculturale diverso. Come per tutte le collezioni non c’è un target circoscritto, ma un interesse comune che avvicina la persona matura al giovincello, l’idraulico al direttore di banca e così via. Professioni e devozione a parte, bisogna tener presente che tra gli amatori c’è chi è legato semplicemente alla passione per l’arte: trasporto che si traduce nella volontà di voler conoscere la storia, le tecniche e l’iconografi a di ogni singola riproduzione. Per raccogliere quante più immagini possibili, oltre ai vari “tour” per chiese e cattedrali, gli interessati si affi dano alla rete: sul web sono diverse le offerte e le richieste. Per capire meglio come funziona lo scambio e saperne di più in merito, ci siamo collegati ad uno dei tanti siti che si occupa di questo. Curiosando fra la corrispondenza degli appassionati abbiamo scoperto che ognuno si arrangia come può… c’è chi fa delle richieste ben specifi che: “Mi mancano S.Francesco, S.Giorgio, Santa barbara, San Paolo e pure la Madonna di Loreto”, chi organizza scambi, chi confessa che quando va in una nuova chiesa prende le immagini sacre mettendo una piccola offerta (contribuendo così “al sostegno di sante cause”), insomma di tutto e di più. Come se non bastasse c’è anche chi baratta preghiere in cambio d’immagini sacre e scrive: “Non mi sentirei bene con me stessa se li prendessi nelle chiese senza poter lasciare un’offerta e tanto meno posso acquistarne nelle librerie… donatemi i vostri doppioni, pregherò per voi e per chiunque voi conosciate” (con i tempi che corrono qualche preghiera in più non guasta). Chissà quanti sono i collezionisti che si affacciano a questa realtà con lo “spirito” del collezionista e chi invece lo fa solo per interesse economico… già perché esiste proprio una sorta di quotazione per ogni singola immagine e il prezzo scende e sale secondo una serie di caratteristiche: la serie, l’anno di produzione, il formato… Il costo? Si parte da cifre accessibili fi no ad arrivare a quelle concretamente più importanti. Thomas Leroy