L’altra faccia della Cannabis
Rese pubblico dal National Intitute le proprietà benefiche della pianta
Un recentissimo studio pubblicato dal National Institute (sito governativo) sosterrebbe scientificamente le proprietà prodigiose della Cannabis. Il segreto è racchiuso nei 21 composti contenenti carbonio terpenophenolic prodotti unicamente dalla Cannabis sativa e Cannabis indica specie. La principale sostanza psicoattiva è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), ma altri composti contenenti nella pianta come il cannabinolo, il cannabidiolo (CBD), il cannabicromene, il cannabigerolo, il tetrahydrocannabivarin, e delta-8-THC avrebbero virtù utilissime in campo medico. Al momento lo studio condotto su topi e ratti ha sottolineato gli enormi effetti protettivi contro lo sviluppo di alcuni specifici tumori. Gli esperimenti sono durati ben due anni e nell’arco di questi 24 mesi gli animali sotto sperimentazione sono stati esposti a varie dosi di THC mediante sonda gastrica. Al termine dei test è stato possibile registrare una diminuzione dell’incidenza dei tumori epatici e adenoma carcinoma epatocellulare nei topi, mentre nei ratti è diminuita l’incidenza di tumori benigni (polipi o adenomi) in diversi organi (ghiandola mammaria, utero, ipofisi, testicolo, e del pancreas). In un’altra ricerca correlata è venuto a galla che il delta-9-THC, il delta-8-THC, e il cannabinolo non solo inibiscono la crescita del carcinoma del polmone di Lewis in vitro ed in vivo, ma anche altri tumori sono risultati sensibili agli effetti inibenti di questa pianta. I meccanismi con i quali agiscono sono diversi e cambiano di volta in volta: in alcuni casi sembrano uccidere le cellule tumorali lasciando intatte quelle sane proteggendole, addirittura, da quelle cancerogene, in altri invece inibiscono l’angiogenesi tumorale e della metastasi. Visto i risultati soddisfacenti, la sperimentazione si è spinta oltre: in un modello in vivo utilizzando topi con una grave immunodeficienza, sono stati generati dei tumori sottocutanei inoculando gli animali con cellule tumorali (del polmone) umane. I risultati finali dell’osservazione lasciano ben sperare: nei topi trattati con il THC la crescita del tumore è stata ridotta del 60% riguardo ai sorci che facevano parte del gruppo di controllo.
Da questi test è inoltre emerso che i cannabinoidi di origine vegetale ed endogeni hanno inoltre effetti antinfiammatori. Di conseguenza l’ipotesi che i phytocannabinoids e gli endocannabinoidi possano essere utili per la riduzione del rischio e del trattamento del tumore del colon-retto è quasi una certezza. Molti studi su animali hanno già dimostrato che i cannabinoidi delta-9-THC e gli altri hanno un effetto stimolante sull’appetito e sull’assunzione di cibo. Si ritiene che il sistema cannabinoide endogeno possa servire come regolatore del comportamento alimentare. Naturalmente tutto ciò non ha nulla a che vedere con l’uso “comune” del prodotto: A buon intenditore, poche parole!
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